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Tag: Insulina

zuccheri

Recettore dell’insulina ed espressione genica

Pubblicato il 10/12/2020 da admin

[…]

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Sindrome di Down

La sindrome di Down, più propriamente trisomia 21 e, in passato, mongoloidismo, è una condizione cromosomica causata dalla presenza di una terza copia (o una sua parte) del cromosoma 21[1]. Viene anche abbreviata DS dall’acronimo del suo nome in inglese, Down syndrome. Si tratta della più comune anomalia cromosomica del genere umano[2], solitamente associata a un ritardo nella capacità cognitiva e nella crescita fisica, oltre che a un particolare insieme di caratteristiche del viso[1].

Il QI medio degli individui con la sindrome di Down è circa 50, contro il 100 delle persone non affette[1][3]. Laddove tutti i casi diagnosticati presentano un ritardo cognitivo, la disabilità è molto variabile tra gli individui affetti. La maggior parte rientra nella gamma di «poco» o «moderatamente disabili» dal punto di vista della capacità motoria.

Fonte: Wikipedia

Sindrome di Edwards

La sindrome di Edwards – nota anche come trisomia 18 (T18) – è una malattia genetica rara caratterizzata dalla presenza di un cromosoma 18 in più nel cariotipo: tre (trisomia) invece che due. Si tratta dunque di un’aneuploidia. Questa condizione è quasi sempre dovuta ad una non disgiunzione durante la meiosi. Essa prende il nome da John Hilton Edwards, che per primo la descrisse nel 1960. È la seconda più comune trisomia autosomica, dopo la sindrome di Down, compatibile con la vita.

La sindrome di Edwards si verifica in circa un caso su 6000 nati vivi e circa l’80% delle persone colpite è di sesso femminile. La maggior parte dei feti con la sindrome muore prima della nascita. L’incidenza aumenta con l’aumentare dell’età della madre. La sindrome ha un tasso molto basso di sopravvivenza, derivante da anomalie cardiache, malformazioni renali e altri problemi negli organi interni.

Fonte: Wikipedia

Sindrome di Patau

La sindrome di Patau o trisomia 13 è una mutazione genomica molto rara con frequenza 1/5000, 1/20000 bambini nati, colpendo per lo più femmine. Il cariotipo dell’individuo che ne è affetto presenta tre copie del cromosoma 13 invece delle normali due.

Le anomalie fenotipiche sono numerose: labioschisi e palatoschisi, polidattilia (dita delle mani e dei piedi in soprannumero), occhi piccoli, ritardo psicomotorio, cardiopatia, encefalopatia, anoftalmia, criptoftalmia o ciclopia. La maggior parte degli individui muore entro i primi tre mesi di vita.[1]

Provoca danni al sistema nervoso centrale e all’apparato cardiaco.

Fonte: Wikipedia

Sindrome da Microdelezioni

Anomalie caratterizzate dall’assenza di un tratto cromosomico di piccole dimensioni con conseguente perdita di informazione genica. Queste alterazioni causano sindromi di importanza clinica variabile a seconda del cromosoma coinvolto, della regione cromosomica interessata e delle relative dimensioni.

Delezioni e Duplicazioni

Le anomalie cromosomiche sono caratterizzate dalla perdita di un frammento di cromosoma (o dalla presenza di copie dello stesso frammento) e, di conseguenza, dei geni su di esso localizzati; le manifestazioni cliniche, in questi casi, variano da individuo a individuo, in funzione delle dimensioni e della posizione del frammento cromosomico assente o duplicato.

Traslocazione

In genetica, si definisce traslocazione un tipo di aberrazione cromosomica derivata da un errato scambio di parti di cromosomi non omologhi durante il riarrangiamento cromosomico. Si distinguono due tipi principali di traslocazioni: intracromosomica, cioè all’interno di uno stesso cromosoma, o intercromosomica, cioè tra due cromosomi diversi. Nelle traslocazioni intercromosomiche distinguiamo le traslocazioni non reciproche, cioè spostamento di un segmento di un cromosoma a un altro, o reciproche, cioè avviene uno spostamento reciproco di parti tra due cromosomi, uno dà un pezzo all’altro; un particolare tipo di traslocazione intercromosomica è la traslocazione robertsoniana. Inoltre le traslocazioni possono essere bilanciate (ovvero, lo scambio non comporta la perdita o l’aggiunta di materiale genetico) o non bilanciate (ovvero, lo scambio provoca la perdita o l’aggiunta di informazioni genetiche).

Tumori del polmone

Quando vi è un sospetto di tumore, il paziente viene di solito sottoposto a una biopsia: le metodiche più utilizzate sono la biopsia TAC guidata o la Broncoscopia, ma ogni paziente viene valutato singolarmente per decidere la procedura migliore. Questo prelievo di tessuto permette di capire l’esatta natura del tumore (istologia).

Oggi sono disponibili test molecolari che permettono di individuare il cosiddetto “profilo molecolare” della malattia (biomarcatori). Solo qualora questo materiale non sia sufficiente, può essere necessario ripetere la biopsia per avere tessuto sufficiente per eseguire il test molecolare.

I biomarcatori attualmente utilizzati, sono: la mutazione del gene di EGFR (Epidermal Growth Factor Receptor)  il riarrangiamento del gene di ALK (Anaplastic Lymphoma Kinase) La loro presenza nei pazienti affetti da tumore polmonare permette di ricorrere a un trattamento mirato.

Test EGFR: questa mutazione si ritrova nel 10-15% dei pazienti caucasici con adenocarcinoma polmonare. Quasi il 50% dei tumori polmonari con questa mutazione viene diagnosticata in persone che non hanno mai fumato.

Test ALK: Questa alterazione si ritrova nel 5% dei pazienti affetti da tumore polmonare, maggiormente nell’adenocarcinoma. Valutazione opportunità di terapia con crizotinib (Xalkori®).

Tumori del colon

Test KRAS
Nel carcinoma del colon retto metastatico, il test KRAS (proteina KRAS) è fondamentale perché aiuta identificare quei pazienti che hanno maggiore probabilità di beneficiare di una determinata terapia, in base al profilo genetico del tumore. Se dal test la proteina KRAS risulta non mutata (anche detta wild-type), potrebbe essere possibile bloccare, con una terapia mirata come Panitumumab (Vectibix), la cascata di segnali che causano la crescita del tumore, riuscendo a ridurne le dimensioni.

Questa determinazione è essenziale perché lo stato della proteina KRAS può influenzare la prognosi della malattia e la risposta a quelle cure mirate all’inattivazione del recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR).

Tumori della prostata
Test PCA3
Il test PCA3, contrariamente al PSA, è specifico per il cancro della prostata, questo vuol dire che è prodotto solamente dalle cellule del tumore prostatico e non è influenzato dalle dimensioni della prostata. Il test, oltre a questa sorta di screening dei pazienti, avrebbe anche ulteriori benefici: fornirebbe informazioni utili sull’efficacia della terapia e permetterebbe di monitorare l’eventuale sviluppo della resistenza al farmaco da parte del tumore.

Non sostituisce l’antigene prostatico specifico (PSA).

Esame del PSA (Antigene Prostatico Specifico) – Consiste in un prelievo di sangue allo scopo di verificare il livello ematico di PSA, una sostanza prodotta dalla ghiandola prostatica che serve a fluidificare il liquido seminale. Una piccola quantità di PSA circola sempre nel sangue. Livelli elevati di PSA o livelli crescenti nel tempo potrebbero indicare una prostatite, un’ipertrofia prostatica o un tumore della prostata.
Tumori della mammella

Oggi, la predisposizione ereditaria del tumore al seno può essere accertata attraverso il test BRCA, un semplice prelievo di sangue per ricercare eventuali anomalie nei geni portatori della mutazione genetica.

Test BRCA1-2

Il test BRCA è un’analisi del sangue attraverso cui è possibile scoprire la presenza di modificazioni genetiche su due geni fondamentali per il nostro patrimonio genetico: BRCA1 e BRCA2. Entrambi sono definiti oncosoppressori perché controllano la proliferazione cellulare, agendo da freno sulla moltiplicazione incontrollata delle cellule “anomale” che potrebbero causare l’insorgenza di tumori, soprattutto a carico di seno e ovaie.
Se uno di loro, o entrambi, sono interessati da una mutazione genetica, la loro capacità di controllo viene meno, aumentando, di fatto, le possibilità che le cellule anomale si moltiplichino eccessivamente dando origine a un tumore.

Melanoma

Test BRAF
La determinazione dello stato mutazionale di BRAF è indicata per la scelta della migliore strategia terapeutica nei pazienti con melanoma metastatico. Circa il 50% dei melanomi primari presenta mutazioni della chinasi BRAF. Il materiale biologico per l’estrazione del DNA e l’analisi mutazionale del gene BRAF nel melanoma può essere ottenuto da campione istologico o, in alternativa, da campione citologico del tumore primitivo e/o della metastasi.

Cariotipo da Sangue Periferico

Il cariotipo è l’insieme dei cromosomi durante la metafase di un individuo. Il numero di cromosomi, e quindi il cariotipo, è caratteristico di ogni specie. L’essere umano ha 46 cromosomi (23 coppie) nel nucleo di ogni cellula del proprio corpo. Queste 23 coppie si organizzano in 22 paia denominate autosomi e un paio di cromosomi sessuali (X e Y) che distinguono entrambi i sessi (uomo XY e donna XX).

E’ stato messo a punto un iter diagnostico in cui l’indagine genetica è una parte importante congiuntamente ad esami tradizionali per escludere altre cause d’infertilità acquisita. La mappa cromosomica è tra le analisi genetiche più importanti che la coppia infertile deve eseguire per rivelare la presenza di anomalie cromosomiche causa di infertilità.

Fibrosi Cistiche
La fibrosi cistica è una malattia ereditaria che si trasmette in forma recessiva. Ogni persona possiede due coppie del gene, ognuna di esse proviene da entrambi i progenitori. Se una persona dispone di una sola mutazione della coppia del gene, viene definita portatrice della malattia (ma non malata). Per essere affetto dalla malattia è necessario che entrambe le coppie del gene siano mutate.
Il gene responsabile della fibrosi cistica viene localizzato nel cromosoma 7 e codifica una proteina (CFTR) la cui funzione è regolare il passaggio di ioni attraverso la membrana cellulare, questa funzione viene alterata quando il gene presenta una mutazione.
Sindrome X-fragile
Il test viene eseguito analizzando il DNA estratto da un campione di sangue periferico mediante le tecniche della biologia molecolare. Il test molecolare del gene FMR1 individua senza ambiguità sia lo stato di premutazione che di mutazione completa.
Un esito di normalità del test genetico del gene FMR1 della donna consente di escludere con una probabilità di poco inferiore al 100%, la comparsa della sindrome dell’X Fragile nella sua prole.
La sindrome dell’ X-Fragile è una condizione genetica ereditaria a trasmissione dominante legata al cromosoma X. Pertanto, donne portatrici della premutazione hanno una probabilità del 50% a ogni concepimento di trasmettere il cromosoma X alterato e una probabilità del 50% di trasmettere il cromosoma X senza mutazione.
Beta Talassemia

Le talassemie includono un gruppo di alterazioni causate da difetti nella sintesi di una o varie catene di globina (componente dell’emoglobina nei globuli rossi) che causano anemia emolitica da una forma lieve a letale.
Dal punto di vista molecolare, le talassemie sono causate dalla mutazione dei geni della globina.
Nell’alfa-talassemia, tali mutazioni consistono in delezioni di tutta o parte di un gene.
La β-talassemia è caratterizzata da rallentata o inibita sintesi o mutazioni della sintesi delle catene beta dell’emoglobina. E’ presente soprattutto nei paesi del mediterraneo e perciò è anche detta anemia mediterranea. Trattandosi di una malattia recessiva, se conosciamo lo stato del portatore si può prevenire la comparsa di questa malattia nella discendenza.

Ricerca Mutazioni Trombofilia

La trombofilia è un quadro clinico che può essere di tipo ereditario o acquisito nel corso della vita caratterizzante la tendenza a soffrire di episodi trombotici. Si ha un evento trombotico, venoso o arterioso, quando il sangue si coagula all’interno di un vaso sanguigno, aderendo alla sua parete fino a ostruirlo in maniera parziale o totale, impedendo così il flusso del sangue.

La trombofilia ereditaria è una patologia caratterizzata dalla tendenza ad eventi trombotici dovuti a difetti o alterazioni di uno o più fattori della coagulazione. I geni responsabili sono varianti geniche (mutazioni puntiformi di un singolo nucleotide) che presentano una tale frequenza nella popolazione da essere considerate varianti polimorfiche.

Per questo motivo è importante effettuare il Test Genetico Trombofilia per migliorare la gestione del rischio.

Valutazione Sistema Coagulativo

Alterazioni dei processi coagulativi sono stati associati ad infertilità nonchè ad un aumentato rischio di patologie gravidiche come abortività spontanea precoce e tardiva, patologia placentare e ritardo di crescita intrauterino.

Microdelezione Cromosoma Y

Le microdelezioni cromosomiche Y sono la seconda causa genetica più frequente di infertilità maschile. La diagnosi molecolare delle microdelezioni cromosomiche Y è un test genetico che fa parte della diagnostica di routine nello studio degli uomini azoospermici (assenza di spermatozoi nell’eiaculazione, generalmente viene classificata in ostruttiva e escretoria) e severi oligozoospermici (consiste nella presenza di un numero troppo basso di spermatozoi in un campione di liquido seminale).

L’indagine molecolare per la ricerca di microdelezioni del cromosoma Y ha lo scopo di identificare la perdita di piccole porzioni di DNA a carico del braccio lungo del cromosoma sessuale maschile Y.

Fish su Liquido Seminale

È lo studio dei cromosomi negli spermatozoi mediante l’uso di sonde fluorescenti. Il FISH (Fluorescence In Situ Hybridizationtest) ci permette di sapere se la composizione cromosomica degli spermatozoi è normale, con uno schema aploide di 23 cromosomi o se invece risulta alterato e in questo caso in che percentuale gli spermatozoi risultano danneggiati.

Spermiogramma e Spermiocultura

SPERMIOGRAMMA
Lo spermiogramma è l’analisi del liquido seminale con il fine di valutare la qualità degli spermatozoi, attraverso l’accertamento della forma, del numero e della motilità. Tale esame rappresenta lo strumento principale per la valutazione della fertilità maschile.

SPERMIOCOLTURA
La spermiocoltura è l’esame “colturale” del liquido seminale. Da questo esame è possibile rilevare la presenza di batteri o altri microrganismi patogeni sono contenuti al suo interno. Si tratta di un esame che viene sostenuto quando si sospetta la presenza di una malattia a trasmissione sessuale o nel percorso diagnostico di analisi dell’infertilità di coppia.

Il gene Fattore V

Il gene Fattore V di Leiden è una delle principali proteine coinvolte nella cascata della coagulazione ovvero il processo che porta all’arresto del sanguinamento in caso di emorragie

Il gene Fattore II

Il gene Fattore II, o protrombina, svolge un ruolo fondamentale nella coagulazione perché in seguito alla sua attivazione si verifica la trasformazione del fibrinogeno in fibrina e, quindi, la formazione del coagulo.

Il gene MTHFR

Il gene MTHFR codifica per un enzima (MTHFR) coinvolto nel metabolismo dell’amminoacido plasmatico omocisteina. Le varianti C677T e 1298AC, comuni nella popolazione europea (è stato stimato che circa il 40% degli europei presenta la variante C677T in eterozigosi) causano una riduzione dell’attività enzimatica con possibile aumento dei valori dell’omocisteina plasmatica (iperomocisteinemia).
L’iperomocisteinemia è un fattore di rischio cardiovascolare pertanto la probabilità di sviluppare episodi trombotici nei soggetti portatori di varianti nel gene MTHFR dipende dai livelli dell’omocisteina plasmatica.

Tempi di refertazione

ESAMI PRONTI IL GIORNO DOPO L’ESECUZIONE

  • BHCG;
  • CPK, CKMB, LDH;
  • Tempo di Protrombina, PTT, Fibrinogeno, Prove Emogeniche;
  • Glicemia Basale, Glicemia 2 h dopo colazione, Curva Glicemica, Azotemia, Creatinina, Creatinina-Clearance, Acido Urico, Amilasi, Bilirubina Totale e Frazionata Colesterolo, Trigliceridi, HDL, LDL, VLDL, Colinesterasi, Fosfatasi Alcalina, GOT, GPT, GGT, Proteine Totali, Elettroforesi Proteica;
  • Sideremia, Transferrina, Esame Emocromocitometrico, Piastrine, Reticolociti;
  • Gruppo Sanguigno;
  • Sodio, Potassio, Cloro, Calcio, Fosforo, Magnesio;
  • TAS, PCR, Reuma Test, Waaler Roose, Mucoproteine;
  • VDRL, VES;
  • Urine, Esame Feci complete, Parassitologico, Sangue Occulto, Tampone FARINGEO RAPIDO, Striscio Batterico Vaginale, Scotch test, Esame fertilità, Tampone RAPIDO per Streptococco Agalactiae.

ESAMI PRONTI DOPO 2 GIORNI

  • FT3, FT4, TSH, T3, T4, TPO, Tireoglobulina, Ab Tireoglobulina, Ab Microsomiali;
  • Prolattina, FSH, LH, Progesterone,17 Beta Estradiolo, Testosterone;
  • PSA, PAP, PSA FREE;
  • Markers Epatite A, B, C;
  • Anticorpi Anti Citomegalovirus, Toxoplasma, Rosolia, Herpes Virus 1 – 2;
  • Fenobarbital, Carbamazepina, Digossina, Diossina, Litio;
  • Antitrombina, Fosfatasi Acida, Fosfatasi Prostatica, Proteina C Coaugulativa;
  • Proteina S Libera, Resistenza alla Proteina C Attivata;
  • Immunoglobuline (IGG, IGA, IGM);
  • Ferritina.

ESAMI PRONTI DOPO ALMENO 3 GIORNI

  • Esame Colturale su: Feci, Urine, Tampone Faringeo, Tampone Vaginale, Espettorato, Liquido seminale;
  • CA19.9, CA 125, CA15-3, CEA, TPA.
Biopsia liquida
Con il termine di biopsia liquida si fa riferimento all’utilizzo di fluidi biologici (plasma e/o urine) come surrogato del tessuto neoplastico per ottenere informazioni utili a fini diagnostici, prognostici o per predire la risposta alla terapia con
specifici farmaci antitumorali.
L’analisi della biopsia liquida è generalmente riferita all’identificazione di mutazioni driver presenti nel ctDNA
derivanti sia dal tumore che dalle cellule tumorali circolanti. Il ctDNA è tuttavia una frazione, a volte estremamente esigua, del cfDNA totale che è possibile isolare dal plasma dei pazienti neoplastici e che contiene anche DNA derivante da cellule non-trasformate.

La biopsia liquida può essere eseguita sia da un campione ematico che da un campione di urine anche se l’approccio combinato al test (urine+sangue) ha una performance decisamente superiore rispetto ai test eseguiti singolarmente.